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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
sacerdote, insegnante, Teramo (13-7-1892). A 76 anni, dopo lunga e penosa malattia, moriva domenica monsignor Luigi Michitelli, arcidiacono nella Cattedrale aprutina. La campana del Duomo suonata a distesa, dava al popolo teramano il funesto annuncio, tutti ripetendo che si era spento un uomo venerando, e, con esso, in linea maschile, un'antica ed illustre famiglia teramana. Egli era cugino dello storico delle Due Sicilie, Francesco Michitelli. Dotto, quanto virtuoso professò filosofia nell'allora R. Collegio dei Barnabiti, e nel Seminario aprutino. Fu pure per lunghi anni, insegnante privato di molti che oggi sono vecchi professionisti. Come per Vinciguerra, così per Michitelli, l'insegnamento non era fonte di guadagni, ma vero apostolato! Avrebbe potuto salire a supremi onori se li avesse voluto, ché n'era il più degno, com'era il più modesto. Mente eletta e speculativa, scrittore sobrio ed efficace, oratore sacro di grande levatura, genialissimo nel conversare, di costumi irreprensibili, fu per mezzo secolo il faro che rischiarava le tenebre, in mezzo ad un clero, non certamente reputato per molta dottrina e coltura. Lunedì sera, dopo il forbito elogio, che lesse il canonico Mezucelli, la venerata salma, circondata dai colleghi, fu portata al cimitero, seguita da un mesto stuolo di parenti ed amici del compianto cittadino.
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