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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
benefattrice, Teramo (29-3-1893). [Inizio Voce]benedetta, compianta ed amata da un'intera città, la sig. Annina Savini, avvinta nelle spire della inesorabile Parca, spirava nel bacio del Signore! Ahi, quanto strazio, quanto conforto, quanto desiderio di sé lascia quella spoglia mortale! D'illustre e nobilissimo casato, da appena pochi anni entrava a far parte della famiglia Teramana, alla quale assai presto si affezionò come alla sua medesima, e ne divenne la gemma più amata. (Bene) Collocata da fortuna alla cima di una delle più invidiabili posizioni sociali, ciò nondimeno fu donna di una modestia esemplare; e le virtù ereditate da natura si accrebbero nell'animo suo nella stessa misura che nascevano in lei le dovizie e la prole. E quando le domestiche cure non la trattenevano, essa, quasi di soppiatto, sola, e come l'ultima massaia della città, penetrava nei più bassi tugurii confortando ed aiutando gl'infermi e gl'infelici! Fu l'angelo custode di tanti poverelli e di tante madri; la soccorritrice instancabile di tanti sventurati; la salvatrice di tanti bambini lasciati in balia del destino - fu una Suora di carità che non trova riscontro! - Benemerita del popolo, fu pure, e specialmente, benemerita del ceto operaio, ed a lei si deve in gran parte se fu possibile alla Società Operaia tradurre nella realtà un nobile pensiero - il busto a Giannina Milli - che, già ordinato, sarà in breve un fatto compiuto [era presidentessa della commissione delle signore per la erezione del busto a Giannina Milli, n.d.c.]. Poco, e forse nulla curando i fasti e le pompe, pensò e volle che le sue ricchezze dovessero esserle mezzo efficace e potente per sollevare l'umanità e porre il balsamo nelle sue piaghe, e tutta compresa in questa nobile e santa missione, non ebbe la sua vita altro pensiero che la famiglia sua ed il bene
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