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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
Nereto (2-12-1893). Nereto 28 novembre - Una triste nuova, che nelle prime ore di domenica si sparse tra questa gentile cittadina, gittava tutti nel più profondo dolore. Ne la notte, colta da improvviso malore, s'era spenta la sig. Luigia Partenope! Di nobile famiglia ascolana (era figlia del marchese Alvitreti) era venuta qui nel 1847 sposa felice al nostro non mai abbastanza rimpianto, Giacinto Partenope ed aveva portato con sé tale corredo di virtù, che la nuova casa divenne ben presto un ritrovo di gentilezza, di quella fine e intelligente cortesia, che non è vernice aristocratica, ma cordialità franca, aperta, finezza di sentimento. In questo ambiente, ch'Ella seppe creare, crescevano intanto e si educavano i quattro figliuoli, non meno che parecchi nipoti, pe' quali ella ebbe sempre affetto di madre. Ma queste cure non distolsero l'animo suo piegato da naturali bontà e pietà profonda, e la sua casa fu il porto sicuro d'ogni sventura, l'asilo generoso dove s'era certi di soccorsi e conforti. Caritatevole senza ostentazione si poteva dir di lei col Borghi Dono con volto amico / E con quel tacer pudico / Che grato il don ne fa. I funerali furono splendidissimi, quanto non può immaginarsi. Precedeva la banda di Giulianova e seguivano le confraternite del paese e il clero. Veniva quindi la bara coperta di bellissime corone, e circondata da tutte le signore del luogo vestite a gramaglie. Dopo i parenti seguivano le Autorità con tutto il personale dipendente. Pretore, Conciliatore, Sindaco, Consiglio comunale, Congregazione di carità, Ufficio del Registro, Ufficio postale e telegrafico, le scuole maschili e femminili, l'asilo infantile, il Casino dell'Unione, la Direzione della Cassa di Risparmio e della Banca popolare, la Società operaia e un'onda infinita
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