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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
(17-2-1894). La più crudele sventura che possa toccare ad un uomo di cuore è la perdita della propria madre, la sola creatura che possa darci sempre in ogni luogo in ogni ora del giorno, ed in ogni giorno della vita, una gioia sicura; sia essa conforto di compassione, sia divino sorriso di tenerezza! Una tale sventura ha in questi giorni affranto l'avvocato Gustavo de Marco e la distinta sua sorella signora Carmela ne' Tanzi. La morte repentina della gentildonna Luisa Pantaloni de Marco segna il lutto di tante famiglie, come pure di quanti ebbero la fortuna di avvicinarla e di apprezzarne le rare domestiche virtù. Povera signora! Vivevano nel suo semplice e nobile cuore di donna due sentimenti profondi, due fiamme purissime: la fede religiosa, l'amore per i figli; e tutta l'esistenza di questa pia creatura ha avuta la sua essenza di tenerezza in tali santissimi ideali. Donna pietosissima, madre perfetta, la signora Luisa Pantaloni de Marco ha avuta la segreta istoria di tutte le eroine della maternità: istoria ammirabile di affetto, di divozione, di sagrifizio, per cui i suoi figli la adoravano. Un solo pensiero in mezzo a tanto dolore, che è sempre in ragione non solo della grandezza della causa che lo produce, ma più ancora della squisitezza dell'animo che lo sente, può essere di conforto: l'idea semplice che i grandi occhi materni, spenti da fulmineo malore, pure resteranno aperti a vegliare su di essi, e che la virtù non ha occasi, ma splende, sole dell'ideale, eterna e confortatrice nella vita. (F.R.)
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