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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
Teramo (10-2-1894). Nella tarda età di ottantotto anni si spegneva placidamente nella notte sopra mercoledì la signora Marianna Torinesi, vedova di Diodato De Sanctis. Era nata in Atri, da famiglia distinta per virtù di cuore e di mente, essendo stato il padre suo valentissimo campione del foro, e, educata con ogni cura, ben presto rifulsero in lei peregrine virtù. E fu ammirata, dai migliori dell'età sua e da un uomo, chiaro per ingegno, il signor Diodato De Sanctis, dal quale fu chiesta in isposa. La vita di lei si apre a nuovi doveri ed ella si mostra degna delle virtù de' suoi e di quelle del diletto sposo. Pare che nessun altro pensiero l'occupasse che quello di crescere alle virtù la sua prole, e di procurarle un avvenire degno del suo nome. Ebbe dodici figli, e ne perdette quattro e va tra questi ricordato uno che giovane e addottorato in medicina dié la salute a uno studio così indefesso da trarlo a 28 anni nella tomba. Ed ella, che se lo vide spirare tra le braccia, parlava sempre di questo suo diletto, ma tenendo sempre l'animo alto e volto al benessere degli altri figli, al cui avvenire volle consacrare tutta la sua vita. E li educò a sante virtù e de' maschi fece gentiluomini perfetti e delle cinque figliuole fiori di gentilezza e d'ogni eletta virtù. Fu così additata come modello di madre educatrice e le figliuole furono fiori ricercati. Le vide man mano collocate secondo che il cuor suo desiderava e fu contenta di sé stessa e dell'opera sua e riguardava con diletto la numerosa schiera de' giovani nipoti che attorno a Lei si stringevano con santa venerazione. Ma le cure della famiglia, non distrassero l'animo suo dalla carità, nella quale fu un angelo e chiudendo oggi la sua lunga vita essa muore pianta dai figli, benedetta dai poverelli.
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