|
L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
senatore, patriota, Teramo (6-2-1895). E' morto ieri, placidamente, circondato dai nepoti, assistito dall'unica sua figliuola che fu il supremo pensiero suo. Aveva 90 anni, e quante cose aveva visto ed udito, di quanti avvenimenti era stato testimone o gran parte! Vincenzo Irelli è la storia viva parlante di quanto è avvenuto, dal 1837, in poi, a Teramo, negli Abruzzi, in Italia. Il Borbone, dopo la rivoluzione di Penne, volendo fare man bassa su molti liberali di Teramo, li tradusse incatenati avanti alla Corte marziale sedente nel palazzo della Prefettura. L'Irelli, privato cittadino, non ancora militante in alcun partito, vide però l'enormità della pretesa del Governo, e salvò, con una sua deposizione a discarico, la vita ad Andrea Costantini, e ad altri patrioti. Si può dire che il processo di Penne iniziasse Vincenzo Irelli nella vita politica liberale. Il 1848 lo vide tra i più ardenti, e la reazione poi lo colmò di persecuzioni, di carcere ed esilio. Nel 1860 fu il capo del movimento nazionale in questa provincia, fu il primo sindaco di Teramo, l'iniziatore della nuova vita cittadina. Ed ebbe momenti felici ed iniziative ardite e feconde, nel rinnovamento di questa città. Perocché l'on. Irelli non ebbe coltura, ma sortì ingegno vivido, ed animo forte, temprato alle lotte. Senatore del regno, fra i primi creati dalla nuova Italia, fu tra i più assidui, sino a che glielo consentì la grave età. In Teramo occupò, dopo quella di sindaco, tutte le cariche elettive della città, e dovunque portò criterii non gretti ma di larghe vedute e liberali. A lui si deve il primo inizio nello sviluppo degl'istituti pii, tra i quali l'asilo infantile a cui fece un cospicuo lascito. Oggi, con gli onori dovuti al suo grado, la salma di Vincenzo Irelli sarà trasportata
|