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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
senatore, patriota, Teramo (6-2-1895). [Inizio Voce]la grave età glielo permise. Quando più non gli ressero le forze di andare scrisse. E' suo pregio che noi ricordiamo la lettera del '73 al presidente del Consiglio dei ministri, M. Minghetti e l'altra del '78 al conte Delfico sulla questione sociale. Bontà di cuore gli fece presentire quanto grave argomento si fosse la questione operaia e quella sociale e ne additò dei mezzi anche nella carità evangelica ripetendo: quod superest date pauperibus. Il venerando vegliardo giunto a sera di sua lunga vita ci appare patriarca dei tempi nostri nella agiatezza e nella pace serena di famiglia, circondato da figli e da nipoti, da due generazioni, da due casati. Egli è ai nostri occhi un pellegrino che affaticato sì, ma lieto del cammino compito, giunge a sera in un bel tramonto al santuario del suo voto e vi giunge con la fiaccola accesa d'amor del suo Dio e della sua Terra. Prendiamola, Signori, questa fiaccola vivida di tale amore e con ogni cura manteniamola accesa per consegnarla, quando che sia, a quei che giovani prendono il nostro posto, così fa suo l'esempio d'un buono e grande cittadino; essi infine inviati sulle sue orme rischiarate dalla fiaccola di pace e d'amore onoreranno il sereno vegliardo a cui diamo oggi dal fondo del cuore il supremo saluto, l'ultimo addio, e renderemo questa nostra diletta terra, cui tanto amò il compianto cittadino, più bella, più benefica, più civile stanza dell'uomo. - STATO DI SERVIZIO DELL'ON. IRELLI - Nato il 24 giugno 1805, condannato politico per i moti del 1848, sindaco di Teramo nel 1860, senatore del Regno nel Maggio 1862, ufficiale dell'Ordine mauriziano, Consigliere e Deputato Provinciale, Commendatore della Corona d'Italia, fondatore dell'Asilo Infantile, fondatore e socio onorario della Società operaia, Presidente della congrega di Carità, dell'orfanotrofio femminile, della Società per le case operaie. [appr.]
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