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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
avvocato, politico, Roma (9-5-1896). Il giorno 6 corrente, in Roma, ove esercitava l'avvocatura, si è spento a 68 anni dopo una malattia straziante (epitelioma all'esofago), il comm. Achille Ginaldi di Teramo. Nulla si è trascurato per prolungargli l'esistenza, ma a nulla valsero le cure della scienza, e gli sforzi della povera moglie che lo ha assistito fino all'ultimo momento. Achille Ginaldi, figlio di quel Carlo che dai Borbone ebbe persecuzioni e condanna, e fu uno dei civilisti più acuti e diligenti del nostro Foro, sortì da natura ingegno brillante e parola felice e forbita, che largamente usò nel foro penale. Per molto tempo infatti tenne lo scettro in questa Curia, e guadagnò tesori. Presidente del Consiglio dell'ordine degli avvocati per parecchi anni, tutelò gl'interessi della classe con energia. Prese larga parte alla vita pubblica cittadina: presidente della società operaia, consigliere comunale, consigliere provinciale, deputato provinciale, candidato alla deputazione politica, militò sempre nel partito liberale, mantenendo ognora salda la sua fede nell'unità e nella libertà della patria. In questi ultimi anni, tratto dalla sua prodigalità aveva perduto tutto il suo patrimonio. Non gli era rimasto che l'amore al lavoro; sicché si può dire che è caduto sulla breccia.
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