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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
farmacista, Montorio al V. (23-5-1896). Montorio al V. 21 maggio - Cruda, irreparabile sventura ha spietatamente colpito una delle primarie famiglie di qui, immergendola nel lutto oltre misura profondo. Il sig. Pasquale Costanzi e la buona sua signora, Francesca, hanno perduto l'unico loro figlio Rocco, chimico farmacista, appena trentenne, il quale, dopo qualche tempo d'indomabile malattia, alle ore 12 di ieri l'altro veniva crudelmente strappato dalla scena dei vivi, lasciando desolatissimi gl'inconsolabili genitori, che vivevano in lui e per lui. Descrivere lo stato straziante di questi due sventurati e della figlia superstite, la signorina Elvira, inebetiti dall'ultrapotente angoscia, non è possibile alla mia povera penna. Per essi cade dolorosamente acconto il "segno di pietà profonda". Il paese è rimasto vivamente scosso da tanta sventura: ne ha dato larga prova anche nell'accompagno funebre, che ebbe luogo nel pomeriggio di ieri e che fu di un'imponenza alta, solenne, rispettosa. Vi presero parte tutti gli uffici comunali e governativi, l'Asilo e le scuole, la Società operaia, la Congrega di carità, il casino di conversazione ed il circolo giovanile G. Garibaldi, molti amici e parenti, un lungo seguito di cittadini d'ogni ceto. Reggevano i cordoni della coltre mortuaria il pretore, il conciliatore, il sindaco, il presidente della congrega, quello della società operaia ed il medico Perotti amico inconsolabile del povero Costanzi, a cui ha prodigato cure immense, indefesse, amorose, nulla lasciando intentato per strapparlo dalle spire omicide della parca crudele. Sulla bara furono apposte belle corone: venuto espressamente da Teramo l'illustre prof. Berardo Mezucelli, vecchio amico della famiglia Costanzi, lesse un elevato discorso, di cui non è dato
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