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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
studentessa, S. Benedetto del T. (26-8-1896). [Inizio Voce]Scena commovente, ed ovunque passavasi, v'era gente silenziosa, riverente, commossa. Oh quante gentili signore piangevano al mesto passaggio! Precedeva la banda, senza suonare, poi diverse società religiose, le congregazioni e infinite fanciulle bianco vestite con ceri accesi, e dei fanciulli che formano l'associazione di S. Luigi e tutti con ordine e correttezza tale che torna a grande onore del capo organizzatore ch'è il Parroco. Veniva poi uno stuolo di sacerdoti e il carro coperto addirittura di splendidi corone, i fiocchi del carro erano tenuti dal funzionante da sindaco di Sambenedetto, barone Cornacchia, dal Sindaco di Teramo avv. Paris e dai sig. Mezucelli e Palombieri. Subito poi venivano e in gramaglie le signore Moretti e Rodomonte-Fabbri e la signorina Albi. Oh quante corone erano giunte da Teramo... quante la confusione del momento non mi permise di vederle tutte, ma bellissima era quella di rose bianche lavorata dalle Suore e deposta a nome dei genitori; un'altra della famiglia Ferraioli, e poi quelle di Mezucelli, Palombieri, Paris Giacinta, Pallotta, Albi, Rubini, ved. Marcosignori di Teramo, e della distinta signora Moretti ed egregio marito, di Sambenedetto. Insomma un fiore coperto da altri fiori! Al cimitero il sig. Camillo Rodomonte diede l'addio e il saluto degli amici, della patria alla povera morticina e furono parole così indovinate e sentite da far piangere tutti, parole gentili, care che rispecchiavano i sentimenti di quanti seguivano il lagrimato feretro. Erano venuti da Teramo anche i sigg. Monani, Albi, i due fratelli Rubini, Pallotta e il dottor Paris che l'aveva assistita negli ultimi momenti, da Tortoreto il cav. Mercanti che seguiva anche il feretro assieme ai cav. Moretti. Nelle ore tarde della sera fu tumulata ed alla presenza
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