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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
Teramo (1-5-1897). ECHI DI UN FUNERALE - Caris. Direttore, Fammi il favore di pubblicare nel tuo giornale, non dico, a conforto mio e molto meno dei genitori, che non potranno ricevere conforti sulla terra, ma pei numerosi conoscenti e amici che volevano bene al mio Vincenzino - perché conoscerlo e volergli bene era una sola cosa - un brano di una lettera che da Roma mi scrive un mio carissimo; dove essi vedranno come e quanto, anche colà, fosse ben voluto il loro povero amico, Vincenzo Giustiniani. Teramo 28 aprile '97 (L. Fioravanti) - ...In che stato si trovino i disgraziati genitori, e specialmente la tua povera sorella, è più facile immaginare che descrivere: unico conforto sono state le simpatie e le gentilezze a cui sono stati fatti segno dagl'innumerevoli compagni del povero trapassato. Chi fu presente al trasporto potrà ripetersi com'esso riuscì imponente: commoventi i discorsi; bellissime le numerose corone. I cordoni della bara erano tenuti da' Professori dell'università; e tra gl'innumerevoli studenti che seguivano il feretro, notavansi due Deputati... Ti confortino dunque le immense dimostrazioni di affetto che sulla bara e in tempo di malattia, si ebbe il povero Vincenzino da parte di tutti, professori, compagni ed amici; e più di tutto ti sollevi il pensiero che la sua cara memoria rimarrà indelebile nel cuore di quanti l'avvicinarono una volta... Roma 26 aprile (S.C.)
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