|
L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
Civitella Casanova (16-10-1897). Civitella casanova 13 ottobre. Unica vive / Custode eterna de la razza umana / La sventura, e con lei, consolatrice / Degli afflitti, la morte! Scrive così il romantico poeta dell'Edmengarda, dell'Armando e dell'Igea il sentimentalissimo Giovanni Prati, ed espresse un eloquente pensiero. E' la morte che impera! Non risparmia d'immolare alle vergini l'amore, il figlio alla madre, la madre al figlio, il padre, il sostegno delle proli, alla famiglia. Ed in grembo a l'umide glebe del camposanto dormono il sonno eterno giovani e vecchi, miseri e ricchi, tristi e buoni... dormiremo tutti! Ma mentre l'Oblio involve i tristi nella sua notte un'ala immobile di memoria copre le tombe dei buoni, e da queste natura ai vivi tramanda un generoso rimpianto per quei cari, che non sono più. E non è più - nel suo affetto di sposo modello, nel suo grande amore di padre verso due vezzi di bimbi Peppino ed Annina, in tutte le affezioni che lo legavano alla famiglia ed al consorzio, in tutte le azioni sue Antonio Garrani, rapito al mondo il giorno 11 corrente nella ancor giovane età di anni 43! Affetto da incurabile nefrite - morbo ribelle ai rimedi più studiati della scienza ed alle premurosissime cure della famiglia conscio da un pezzo di ciò che doveva avvenire, visse gli ultimi mesi in una continua e lucida rassegnazione, che non gl'impediva di parlare, come sempre, amorosamente alla diletta sua sposa signora Adelina Martorilli, e di attendere con zelo ai suoi doveri. Si aggravò col cupo ciclo d'autunno, e repentinamente, dopo aver detto parole dolcissime d'amore alla sposa, al suocero ed a quelli che circondavano il suo letto di morte, nella tranquilla agonia del giusto lo spegneva la morte. Antonio Garrani era buono e le orme paterne in tal caso, per legge di natura, seguir dovrebbero i figli. Se muore l'uomo le opere sue sopravvivono alla morte e sono di sprone alle azioni dei vivi. (Giovanni di Tommaso) [appr.] [appr. 27-10-1897]
|