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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
patriota, Atri (15-6-1898). Giovanni Quintilii del quale annunciammo la morte avvenuta in Atri, era nativo di Teramo. Veterano delle guerre nazionali e pensionato dello Stato nacque il 1825 dai coniugi Innocenzo Quintilii funzionario dell'ordine giudiziario e da Amalia de Ascentiis entrambi di civili famiglie teramane. Fu educato fin dall'infanzia a liberi sensi. Nel 1848 fu fatto segno a persecuzioni politiche da parte della polizia borbonica. Nel 1849 combatté sotto Garibaldi per la liberazione di Roma e Palestrina, a Velletri, a Porta S. Pancrazio. Ebbe salva la vita per l'intercessione di Monsigno Badia governatore di Frosinone e suo concittadino. Nel 1860 fece parte della Compagnia di volontari che sotto il comando del cav. prof. Angelo Leosini mosse da Aquila alla difesa della Marsica dalla invasione dell'esercito borbonico. Gli fu assegnata la pensione, che lo Stato concesse con la legge del 4 dicembre 1879 ai veterani, che maggiormente si segnalarono nelle patrie battaglie del 1848-49. Ebbe il diritto di fregiarsi delle medaglie commemorative dell'Indipendenza e dell'Unità d'Italia. Vinse e morì da cittadino a patriota onesto e modesto. Fu amico devo dell'on. Costantini, che lo ebbe in grande stima, e stima meritata ebbero di lui tutt'i vecchi liberali. In tempi in cui si decretano onoranze e monumenti a tanti falsi patrioti, è necessario che la stampa liberale ricordi e commemori l'onorata schiera dei soldati della Indipendenza e della libertà della Patria vissuti e lasciati vivere nell'oscurità, dalla cui opera collettiva è sorta questa Italia, che ai più audaci e petulanti fruttò ricchezze ed onori e ad essi soltanto l'oblio.
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