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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
Città S. Angelo (3-12-1898). Città S. Angelo, nov. - Povera madre!... e chi l'avrebbe mai detto che in men di sedici ore, e quando potevi godere serena e felice le carezze delle amate nipotine... tu, o Giulia Razzi, dovevi in un baleno esserne strappata? Oh i misteri impenetrabili della Morte!... Povera signora, avesti intelligenza e nobil cuore, fosti all'altezza della tua sacra missione; e moglie esemplare e madre impareggibile, tu lasci un ricordo imperituro, una pietà profonda. Oh le lagrime delle tue povere figlie, i singhiozzi io li sento ancora... ma elleno sono degne di te, e tu lo sai... Esse hanno portato la felicità, la benedizione nella famiglia dei fratelli sigg. Rosa di Tagliacozzo, che ora in te piangono la madre vera tenerissima! Ma tu sarai ancora di Lassù l'angelo consolatore, la guida sicura delle povere figlie. Chi sa quante volte con l'inconsolabile padre, sig. A. notar Razzi, verranno in quella camera, ove esalasti l'ultimo respiro, a chiederti consiglio, conforto, aiuto? Oh quante volte t'invocheranno nelle lotte della vita... Il rimpianto per tanta perdita è stata generale, ma io non vi so dire altro che: coraggio! perché non mi lusinga la vecchia frase che il lutto altrui confortar possa la desolata famiglia, l'amata sorella sig. Rachele Nasuti e i parenti tutti. (Carmen)
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