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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
Controguerra (29-4-1899). Emidio Barnabei era nato il 2 giugno 1834. Si recava a Torano Nuovo per deporre una corona sulla tomba di un caro amico ed illustre concittadino, Giuseppe Montori: si recava a rendere l'ultimo tributo dell'affetto suo e de' suoi amministratori dei quali era interprete sincero. Un improvviso, irreparabile malore lo colse a Controguerra dove, circondato da amici, in casa di affezionatissimi parenti, né cure né premure di questi, né scienza valsero per salvarlo dalla irrevocabile ruota delle parche che gira saldo decreto. Lo vidi dare l'ultimo respiro baciato, negli occhi chiusi per sempre, da un raggio di sole che segnava una striscia d'oro sul funereo letto. - "L'almo sole che su nitido carro segue il corso del giorno, e sempre nuovo rinasce e pur sempre lo stesso", veniva pietosamente, testimone delle opere dei mortali, a dargli l'ultimo addio, mentre, in una camera attigua, dall'alto di una parete la madonna bella e santa, madre dell'amore e del dolore, vegliava misericordiosa su due poveri figli, compassionando, dal profondo dell'animo suo gentile, l'infelice consorte e gli altri figli lontani, ignari di sì immane sciagura! - Scese nell'urna, ricco delle migliori virtù da lui mai presunte, confortato dal pianto. Ogni lacrima sinceramente versata per lui, virtute ispiri negli animi dei buoni, negli animi di quelli che col pianto danno l'elogio più bello, indimenticabile a chi, umilmente, ma dall'imo del cuore, amò sempre Iddio, la famiglia, la patria! (Primo)
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