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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
(13-5-1899). La sera dell'undici corrente, andava ad accrescere la schiera degli angioli Olga Pradella lasciando i desolatissimi genitori, Ernesto e Giulia nel dolore e nella disperazione. Non aveva che cinque anni, ed era l'unico tesoretto loro, ed in pochi giorni se lo videro rapire da crudele morbo, contro cui furono vane le cure amorose, vani i rimedi della scienza. Possa tu, o angioletto biondo, asciugare le lagrime dei tuoi genitori, che invano ti cercano per le deserte camere, chiamandoti con i nomi più cari, invano aspettano di udire la tua melodiosa vocina pronunciare i dolci nomi di mamma e babbo! Ogni conforto che possa venir loro dagli amici, che piangono la tua perdita, non potrà mai lenire il dolore di una madre che in te perde tutto. tu che sei dove si può leggere nei cuori e valutarne il dolore, vedi quale piaga insanabile ha aperto la tua dipartita nell'animo dei tuoi cari! Prega dunque per loro, ed il pensiero che tu, là dove non giungono le miserie umane, sei felice come mai avresti potuto esserlo sulla terra, valga a rendere meno amara la vita, che senza le tue carezze sarebbe ad essi insopportabile. (M.A.)
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