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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
patriota, deputato, sottosegretario, Roma (20-7-1899). [Inizio Voce]carro. Risalì come sottosegretario di Stato nella P.I. con Guido Baccelli, nel dicembre 1893 nel Gabinetto Crispi che cadde dopo Adua; e poi richiamato nel luglio 1898 sotto il Gabinetto Pelloux. Le mansioni politiche, le quali egli disimpegnava con assiduità più unica che rara e con grande abnegazione, non gli facevano dimenticare la sua Teramo. Nel 1888, coadiuvato da valenti uomini, sostenuto dal Corriere, organizzò quella Mostra operaia provinciale che fu una rivelazione delle energie morali e materiali del nostro Abruzzo, e restò memorabile per la nostra città. Questa è per sommi capi la vita operosa dell'uomo che abbiamo immaturamente perduto - unico uomo della nostra provincia, il quale ebbe nemici implacabili ch'egli nel fastigio del potere seppe perdonare, ma ebbe pure amicii devoti fino alla follia. Si può dire che nessun altro teramano abbia avvinto le moltitudini quanto lui. Le sue elezioni sono state sempre le più sincere, le più oneste. Egli è stato rieletto dal 1876 in poi, anche a scrutinio di lista, sostenendo di tanto in tanto lotte piuttosto vivaci, con suffragi veramente onesti e disinteressati. La sua vita fu esempio di virtù pubbliche e private; lavoratore indefesso, parlatore elegante, conoscitore profondo dell'organismo amministrativo della pubblica istruzione, patriota nel vero senso della parola, la sua perdita non è soltanto sventura di Teramo, ma dell'Abruzzo di cui era decoro, dell'Italia alla quale ha consacrato la sua vita. [appr.] (5-8-1899). Chi fu egli? - Roma 30 luglio '99 - Si è spento da forte, soffrendo e sopportando il terribile male, violento nelle ultime aggressioni, con stoica quietezza, quasi fosse estraneo al suo fiaccato organismo. Solo talvolta, quando più penetrante era lo strale, che lacerava quelle carni abbattute, pronunziò
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