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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
Teramo (16-8-1899). La sera del 12 corrente alle 23 spegnevasi nella nostra città dopo breve malattia ed a 62 anni la distinta signora Rosa Siniscalchi, maritata al sig. Castelli. Voler tessere l'elogio di donna così virtuosa, di madre così amorevole, è compito ben doloroso per chi legato da saldi vincoli di amicizia con la costernata famiglia, conosceva la immensa bontà del cuore dell'estinta, e ne apprezzava le preclari e non comuni virtù. La sua vita può comprendersi in queste parole; grande e sviscerato amore per la famiglia ed intero sacrificio pel bene e per la felicità dei suoi cari. E mai madre amò i figli con più intenso amore. La sua era idolatria, era un culto davvero! Felice di essere riamata con eguale affetto, ora che il voto ardente dell'animo suo compivasi, e la speranza vagheggiata da anni si realizzava, ora che con gioia indicibile per una madre erasi avvicinato l'istante di vedersi circondata dall'amore di altri figli, la morte col gelido soffio la spense, e non le fu dato ricordare il fausto giorno! Fu buona, di animo mite e gentile, dischiuso ognora alla pietà ed alla compassione per gli infelici. Le sue maniere cortesi, le parole di conforto e di rassegnazione che nelle circostanze trovava per dolcire le altrui sofferenze, le avevan meritata la stima e l'affetto di quanti la conobbero e che oggi piangono dolorosamente la sua dipartita. Chi avrà in tanta iattura la forza di infondere coraggio ai superstiti figli, allo sconsolato marito, ai congiunti tutti? Lo strazio dell'animo loro solo dal tempo potrà essere mitigato. Valga almeno il sollievo il compianto unanime della cittadinanza che trasse come a sacro pellegrinaggio nella Chiesa ove furono celebrati i funerali. Possa la virtuosa signora dal Cielo ove di certo è ascesa a godervi il premio che le aspettava, pregare per la felicità dei suoi cari ed amorosamente vegliare sovra essi. [appr. 19-8-1899]
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