|
L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
assicuratore, Napoli (17-3-1900) [Inizio Voce]scrupolo, affabile col pubblico, amorevole coi dipendenti. Ecco in qual modo hanno tessuto l'elogio di Corinto Acerbo i giornali napoletani. Non trovo parole per esprimere lo strazio dell'infelice consorte, dei parenti e degli amici tutti. — Le esequie furono degne di lui. La stanza mortuaria trasformata in cappella ardente era addirittura coperta di fiori. Le suore Elisabettine salmodiarono tutta la notte e molte messe vennero dette nella mattinata. Alle 12 di oggi ebbero luogo i funerali che riuscirono imponenti nella loro semplicità. Precedeva una confraternita di monaci e veniva immediatamente un carro di 1. classe colla salma, superba di corone di fiori e con 10 cordoni tenuti dai Capi Compartimento dei Magazzini Italiani. Seguivano i cognati dell'estinto fr.lli cav. Emidio, cav. Alfonso, Pietro e Giuseppe Mele, i nipoti di lui prof. Arturo e Armando Tacinelli, l'avv. Saverio di Muro, un grande stuolo di parenti ed amici, le rappresentanze delle primarie case commerciali di Napoli e tutto il personale dei Magazzini Italiani. Chiudeva l'imponente corteo una carrozza aperta piena di corone e molte altre carrozze chiuse con corone sull'imperiale. Il funerale passò por le vie Roma e Foria in mezzo a fitta calca di popolo e si sciolse al Reclusorio. Ma tutti vollero di spontanea volontà seguire la salma al Cimitero di Poggioreale dove tra la commozione generale ed in presenza della inconsolabile vedova, dei parenti e degli amici venne tumulata nella cappella Mele. Innumerevoli e splendide furono le corone di fiori, e notate specialmente quelle della moglie, di ciascun cognato e cognata, della sorella Marianna Acerbo ved. Tacinelli e dei nipoti, del personale dei Magazzini Italiani, del sig. Castiglia, della ditta Matteo Forte, della famiglia Ruggiero, del sig. Fratini e di molti altri amici, parenti, e case di commercio. Preghiamo per lui. (A. T.)
|