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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
magistrato, Napoli (12-5-1900) [Inizio Voce]dettò, mantenendo alta la fama della magistratura in questa regione, che, amando i buoni, e gli onesti, ha la virtù rara di non dimenticarli mai. E Pasquale Sperandii ebbe carattere fermo ed aperto, sentire elevato ed indipendente, coscienza pura e serena, mente lucida ed equilibrata. Consigliere della Corte di Appello di Napoli, Presidente di Sezione a Genova ed indi nuovamente in Napoli, non ebbe che un sol pensiero ed un solo proposito quello della giustizia calma, obiettiva, imparziale e completa, e mentre la sua figura quasi giganteggiava sullo stallo di presidente, riappariva piccola e modesta non appena lo lasciava, tornando alla vita familiare. E lo Sperandii, pur, così valoroso ed eccellente, ebbe una modestia singolare. Più volte fu interpellato se avesse voluto accettare la Prima Presidenza in Aquila od a Trani, ma egli, modesto, declinò l'offerta, ed anche pochi giorni prima della morte, che improvviso lo incolse, era stato invitato ad assumere il posto di Primo Presidente di Corte di appello di Napoli, ma egli rifiutava perché non si sentiva più in grado di sopportare un tanto peso. Morì sulla breccia, lavorando indefessamente fino a tarda sera dell'udienza del primo maggio, e il giorno dopo erasi spenta la vita dello Sperandii che fu tutta dedicata al culto della giustizia. Di carattere adamantino non transigé mai con la sua coscienza, ed era il supremo suo vanto. La magistratura del nostro paese ha perduto uno dei suoi migliori sacerdoti, la nostra regione uno dei figli, che tanto l'onorava. Onore alla memoria di lui! — Il cav. G. Antonio Crucioli pronunciava sul feretro le seguenti parole: — Signori, Non avrei mai creduto che anche a me fosse serbato il doloroso ufizio di rivolgere l'ultima parola di affetto e di ammirazione a Pasquale Sperandii, scomparso
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