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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
magistrato, Napoli (12-5-1900) [Inizio Voce]in Colonnella il 12 nov. 1830, sacrata agli studi fondamentali in Teramo ne la casa di Barcaroli, agli studii giuridici in Aquila, all'avvocheria ed alla Magistratura, ha ben altro lustro, ben altra luce intellettuale piena d'amore. La nota caratteristica di Pasquale Sperandii fu la modestia. Non possesso di frasi, non sloggio di dottrina: modesto e semplice nel dire, come Luigi Vinciguerra e come tutti i dotti. Considerò la vita come una missione a fare il bene ed il lavoro, un dovere; e questa missione, egli compì rendendo giustizia, tetragono a le prepotenze, alle seduzioni ed agli allettamenti, sì che ora, seguitò dal pianto e dalle preghiere dei buoni e da Dio giudicato com'Ei giudicò gl'infelici e gli oppressi. Morì qual visse; lavorò fino all'ultimo: scrisse trattati, raccolse minute di sentenze che non vedranno mai la luce; lasciò scritto di volere essere sepolto modestamente. Ecco perchè su quel coperchio non v'è una toga, un nastro, un fiore della famiglia; ma invece esso è bagnato del pianto e sovra di esso circolano i baci che il nipote v'impresse adempiendo a la volontà dell'estinto. Ed ora dopo tanto peregrinare, o Pasquale Sperandii la tua spoglia è per l'ultima volta in questa terra che tu amasti come patria di adozione. Ti accolse la Chiesa dello Spirito Santo, dove tu, giovinetto, pregasti, e fra poco ti accoglierà il Cimitero ove posano le ossa del diletto tuo genitore. Pur dal camposanto di Chieti si commuove il cenere de la madre adorata, che a te anela. Però le vostre anime elette son cittadine del cielo, ed a noi di te ormai non resta che la ricordanza acerba; la memoria della bontà del sapere e della modestia. Vale, anima cristiana, in eterno vale.
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