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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
studente, commerciante, Teramo (16-6-1900) La città è tutta sotto l'impressione di dolore d'un tristissimo fatto, accaduto giovedì, poco dopo mezzogiorno. Innocenzo Cameli, uno dei fratelli Cameli, commercianti notissimi nella provincia, era un giovane di circa 26 anni, alto della persona, fortissimo, e, a quanto sembrava, di umore gioviale. Ma i dissesti che hanno recentemente colpito la rinomata e già floridissima Ditta Cameli, ebbero certamente a produrre un profondo turbamento anche nell'animo di lui. Egli aveva aperta da qualche anno una farmacia sotto i portici del Caffè d'Italia, che temporaneamente era gerita dal farmacista sig. Giuseppe D'Alessio, mentre l'Innocenzo era tutt'ora inscritto studente all'Università di Napoli, ove fra qualche giorno avrebbe dovuto far ritorno per prender la laurea. Giovedì, fino quasi al mezzogiorno, Innocenzo si trattenne nella farmacia, coadiuvando tranquillamente il suo collega d'Alessio nel fare la spedizione delle medicine. A mezzodì le vetrine della farmacia venivano chiuse come di solito. Innocenzo tornò un momento a casa, poi ne uscì subito avviandosi fuori porta S. Giorgio. S'incontrò con un suo amico, che salutò dicendogli: non ci vedremo più; parole alle quali l'amico non dette subito importanza. A porta S. Giorgio la guardia daziaria di servizio lo salutò, ma non ebbe risposta. Innocenzo entrò nei giardini pubblici, in quell'ora quasi deserti; aspettò che alcuni soldati che ivi passeggiavano si allontanassero; quindi poco distante dal busto di Aurelio Saliceti estrasse la rivoltella e si sparò un colpo in direzione del cuore. Alla detonazione accorsero il giardiniere Cionci, un soldato, e qualche altro. Innocenzo stringeva ancora in pugno la rivoltella e si contorceva in preda a spasimi atroci. Adagiato
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