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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
poeta, Macerata (30-6-1900) [Inizio Voce]così precocemente distrutto, hanno ancora dinanzi agli occhi viva, palpitante, bella la figura di lui, combattente con la penna e col sorriso per le idealità della sua potente giovinezza. A venticinque anni la sua mente rimaneva vittima del male; oggi il male lo ha ucciso! — Non appena il paese nativo Isola del G. Sasso, apprese la luttuosa notizia, tutti ne restarono vivamente addolorati e si recarono in casa De Angelis a dimostrare il loro sincero cordoglio, nel mentre spedivano un affettuoso telegramma all'ottimo cav. Giovanni, assente. Pertanto quell'Assessore anziano, nel rendere pubblica la triste novella, affliggeva un commovente manifesto. — Ritorno della salma - Onori lungo il viaggio. — Dopo le funzioni religiose, ben per tempo espletate nella cappella della Casa di salute in Macerata, la mattina del 27 alle ore 6,30 la salma di Ludovico de Angelis mosse alla volta di Teramo, accompagnata dall'inconsolabile fratello e dal notar sig. Achille Romani. Fu salutata a S. Benedetto del Tronto dagli egregi coniugi Sig. Tartagliozzi, che offrirono in omaggio un'elegantissima corona di fiori freschi. A Giulianova attendeva una commissione di cittadini Isolani, composta dei signori Giuseppe dott. Tattoni, Giuseppe de Antoniis, Filippo Ciavarelli, Eugenio farm. de Plato, Fileno de Amicis, Filippo notar Celli, i quali espressero al loro amato concittadino ed amico cav. Giovanni, a nome loro, delle loro famiglie e della cittadinanza intera i sensi del più vivo dolore per la sventura sofferta. Il cav. de Angelis, profondamente commosso, coll'innata sua cortesia ringraziò gli amici, riaffermandosi grato di questa novella prova di affetto. — La salma giunse alla stazione di Teramo col treno di mezzogiorno. Erano a riceverla il sindaco cav. Paris, gli assessori Campanella,
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