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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
contessa, Giulianova (31-10-1900) [Inizio Voce]imperversare delle lotte maschili, oh ben mi appare la disparita signora una dolce evocazione di quei tempi e di quelle figure! Ed invero fu potente nell'animo di lei il culto del bello, come forte fu l'educazione dell'intelletto. Nel silenzio solenne della sua camera aperta al verde cupo dei colli pieni di murmuri e di lievi ondeggiamenti, aperta al respiro largo del mare che si adagia sotto ne l'immensa distesa, ella inseguiva la visione purissima dell'arte, e dal suo pennello sbocciavano i fiori dalle pallide tinte delicate, dalla sua penna scaturivano pagine elette e si avvivavano scene e fantasmi. E da quell'intenso culto dell'arte ella traeva il profumo speciale di grazia che ne irradiava la bella persona, la benevolenza affabile e schietta che tutto sapeva apprezzare, che per tutto aveva conforto e incoraggiamento. Signori! — Non soltanto una nobile donna sparisce con lei, ma è ancora un'anima superiore che dilegua nel mistero del nulla, è ancora una virtù inapprezzabile che ci vien meno nella lotta della vita... Anno triste io diceva, e tristissimo ufficio veramente quello ch'io compio! Ma per quanto la fibra umana senta grave il dolore, pure innanzi alla spoglia venerata non avrà lacrime sole e infeconde lamentazioni; ma dirà a voi tutti che commossi la circondate: Ella fu per voi amica e sorella, o signore; fu verso di voi graziosa e buona, o signori; ma fu sopra tutto madre amabile e tenera per i vostri figlioletti: ad essi dunque insegnatene il nome, presentatene l'esempio, affidatene la memoria. Sarà il più bel crisantemo che ornerà la tomba della Contessa di Castellana!» — Nella palazzina del Conte Andrea Acquaviva, figlio diletto della illustre estinta è un accorrere continuo di amici che vanno a presentare condoglianze. Giungono già numerosi telegrammi
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