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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
arcivescovo, Chieti (24-12-1900) La morte di Mons. Cocchia. — L' arcivescovo di Chieti, monsignor Rocco Cocchia, molto amato e stimato da quella cittadinanza per le benemerenze che egli si era acquistato con la sua opera munificente e benefica, è morto il 19 del corrente mese. A lui sono stati fatti funerali imponentissimi. Il Municipio e il Capitolo Metropolitano avevano pubblicato nobili manifesti invitanti i cittadini a parteciparvi. Tutti i negozi erano chiusi «per lutto cittadino». Ai funerali hanno partecipato tutte le autorità ecclesiastiche, civili e militari, gli arcivescovi di Aquila e di Lanciano, il vescovo di Penne, gli enti morali, le confraternite ed un numero immenso di cittadini di ogni ordine. Sul feretro erano deposte ricche corone. Notevoli quelle del Municipio, dei parenti, delle famiglie Obletter, Nasci e Novelli, dei sacerdoti, del seminario, del cerimoniere, dei prefetti e dei viceprefetti. Mons. Cocchia, prelato dotto e benemerito, commendatore di varii ordini (Venezuela, Brasile ecc.), antico missionario e viaggiatore dei Minori Cappuccini, già superiore generale dell'ordine, vicario apostolico a San Domingo, titolare della chiesa arcivescovile di Sirace (1878), poi arcivescovo di Otranto (1883), arcivescovo di Chieti dal 1887, era nato a Cesinale (Avellino) il 30 aprile 1830. Si deve a lui la scoperta delle spoglie mortali di Cristoforo Colombo a San Domingo. Oltre la «Storia delle missioni dei Cappuccini», che completa le opere dei pp. Wadding e De Gubernatis, e un racconto de' suoi grandi viaggi (tre volumi), scrisse: «Los restos de Cristobal Colon en la Catedral de Santo Domingo»; «Acta et Statuta» del Sinodo di San Domingo; «La peregrinazione della vita»; «De Munere sacerdotale», «Della sobrietà, giustizia e pietà cristiana» ecc.
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