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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
patriota, direttore del giornale 'La luce' (14-12-1901) La notte sopra giovedì cessava di vivere Feliciano Alessandrini per un incurabile carcinoma al collo. Il povero Feliciano — anima buona di popolano — si poteva dire della nostra famiglia, perché diresse negli ultimi anni il giornale La luce; sorta per difendere gli interessi amministrativi teramani dopo le elezioni generali dell'89. Egli sul principio ne era il gerente; ma terminato lo scopo di tale pubblicazione, dopo le elezioni parziali amministrative del 95, volle proseguirne l'uscita e ne assunse la direzione che mantenne fino alle ultime elezioni politiche dopo le quali il foglio lo precedé nella tomba. Feliciano Alessandrini fu di principii liberali e fin da giovanetto — contava appena 16 anni — fece parte del battaglione del Gran Sasso, formato qui dal Tripoti per unirsi ai Garibaldini nei fatti che precedettero la liberazione delle provincie del Mezzogiorno dalla tirannide borbonica. Stette poscia sempre in tutti i movimenti liberali della nostra città e provincia, e nel 70 combatté valorosamente nella campagna condotta da Garibaldini sui Vosgi. A Digione fu ferito ad una gamba. Rifuggì sempre dal menar vanto del suo passato patriottico e dell'aver compiuto il suo dovere di cittadino arrischiando anche la vita, né pretese mai onori e compensi. Sarà stato forse per questo che egli è morto fra dure strettezze, ma circondato sempre dall'amore dei figli che egli idolatrava. Povero e caro Feliciano, che la terra ti sia leggera! — A cura del Comitato per la ultima commemorazione di Mentana e della Società dei Reduci dalle PP. BB., alla quale Feliciano Alessandrini apparteneva, furono rese alla salma di lui modeste, ma sincere e cordiali onoranze. Lesse il suo elogio l'egregio e degno commilitone, cav. Carlo Bontadini.
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