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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
studente, Città S. Angelo (1-6-1904) Per Domenico Cilli, spentosi a Città S. Angelo il 28 corrente a soli 18 anni d' età. — Tu sei morto inaspettatamente; sei morto in sul finire del mese di maggio, del mese roseo, profumato che tu predilegevi, perchè ti ricordava i bei giorni della fanciullezza, allegra e spensierata, libero dagli studii, amato dai genitori e dai parenti. Sei morto a solo un anno di distanza dai bei giorni che passavamo insieme, amici carissimi come eravamo! Io ti parlavo del mio ideale, delle mie speranze, delle cose di scuola, ti leggevo i miei temi d'italiano, e tu ti entusiasmavi a sentirmi parlare e discutere le mie idee. Eravamo già verso la fine di giugno: gli esami si avvicinavano e tu, pieno di belle speranze, mi dicevi cosa avresti fatto nelle vacanze: tornato alle aure native di Città S. Angelo colla licenza ginnasiale, avresti ripresa la vita della campagna, le caccie, le passeggiate che facevano tanto bene alla tua salute..... Povero amico mio, non fu così! Una sera t'incontrai, mancava un giorno o due agli esami, mi dicesti — Gino non mi sento bene: come farò se ammalo a far gli esami? Io ti riconfortai ti accompagnai a casa..... Ti rividi la mattina degli esami: tu mi dicesti di sentirti male, io ti dissi: E' la paura degli esami; è la prima volta che li dai in pubblico, non dubitare passerà tutto..... Ma non passò, tu ti mettesti a letto: i medici credettero ad una polmonite, venne tuo fratello: il caso era un po' grave. Io ti venni a trovare ogni giorno, ti sedetti accanto al capezzale raccontandoti tutto quello che potevo dirti; discutendo di politica, di studii, di medicine inutili...... Ma quando lasciavo la tua camera, quando salutavo tuo fratello e scendevo a precipizio le scale; i miei occhi erano velati: sentivo
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