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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
In omaggio alla memoria del Parroco Pacini — Montorio al V. 25-1-1905 — La mattina del 19 Gennaio alle ore 9, dopo alcuni mesi di crudo malore, combattuto invano dalle cure più premurose, si spegneva, come avete annunziato, il Reverendo Parroco Fabio Patini. Il feretro fu trasportato alla Cattedrale, messa tutta a lutto ed illuminata da innumerevoli ceri. I funerali ebbero luogo il giorno seguente. Il Reverendo Sacerdote Di Biasio, dopo l'Elevazione, tessé le lodi del suo amato maestro e superiore; e dopo terminate le funzioni religiose, la salma, portata a spalla da parecchi cittadini, attraversò la Via Nazionale. Tutte la botteghe, in segno di lutto, si chiudevano al funebre passaggio. Oltre tutte le Confraternite ed il Clero al completo, precedevano pure il feretro le scuole con bandiera abbrunata; lo seguivano le rappresentanze del Municipio col Gonfalone, della Congrega di Carità, della Banca Popolare, altre Autorità Civili e Militari, nonché uno stuolo di cittadini d'ogni classe. Prima di giungere al Cimitero il Maestro Iannucci pronunziò un bel discorso: «Il Reverendo Fabio Pacini, l'apostolo dell'umanità sofferente, non è più! Le sue virtù civili e religiose aleggiano ora nel celeste aere fecondo di speranza e di fede. Cittadini, colleghi, aveste in lui il Sacerdote scevro di ogni colpa, che pesa senza dubbio sulle coscienze umane, il quale vi condusse a doverosa rassegnazione e a giusto pentimento dei vostri falli; aveste il precettore, che imperando in questa cattolica famiglia, vi ammonì e vi ammaestrò al bene degnamente e serenamente. Le sue fredde spoglie, che ieri mostravan le severe e gentili sembianze di sacerdote, di fratello, di educatore, oggi ci contristano i cuori e ci invitano a ricordare le sue singolari virtù domestiche e cittadine e ad imprimerle
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