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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
patriota, insegnante, Teramo (9-2-1905) Una grave sventura è venuta a colpire non solo una tra le più amate e stimate famiglie teramane, non solo una estesa cerchia di amici, ma l'intero collegio dei professori dei nostri varii istituti e tutta la studentesca, e la città di Teramo! Chi non sentì uno struggimento entro di sé, quando ieri l'altro si seppe che il Cav. Giovanni prof. de Benedictis aveva chiuso, nella non tarda età di 67 anni, per sempre gli occhi alla luce del giorno? E il pensiero di ciascuno correva alla persona del figlio del povero professore, del figlio in cui vivono le virtù che resero stimato e amato Giovanni de Benedictis. E commoveva il vedere, il sentire gli alunni dell'Istituto tecnico dire apertamente il loro grande, immenso dolore per tanta perdita: sì, il prof. De Benedictis soleva trattare da padre amoroso i suoi alunni! E la dimostrazione di dolore che tutto il popolo ieri nei solenni funebri fece è plebiscito tale di rimpianto, che raramente se ne può vedere l'uguale. Nella Chiesa di S. Antonio ieri si fecero le funzioni religiose: messa parata, solennissima. La Società Corale Quintilii Leone - diretta dal Malalaspina, cantò all'organo una bella messa di requiem a una diecina di voci. Delle varie iscrizioni, che erano intorno al tumolo piace riportare la seguente che luminosamente tratteggia la bella figura dello scomparso: «Giovanni De Benedictis - milite col duce dei mille - combatté per l'unità d'Italia - capitano delle guardie mobili - perseguì tra i monti abruzzesi - reazione e brigantaggio - sorse - con fina coltura e nobili virtù - a grandi onori - cavaliere della corona d'Italia - professore titolare di lettere italiane - vice preside del R. istituto tecnico - tenne alto il decoro del magistero - e - con la stampa
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