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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
arcidiacono, letterato, Teramo (19-2-1905) La morte del Prof. Berardo Cav. Mezucelli Arcidiacono aprutino — Nel mattino di mercoledì si spense, serenamente, tra le braccia dei suoi cari, il Cav. Berardo Mezucelli, Professore, Canonico ed Arcidiacono del Capitolo aprutino, nella non ancor tarda età di anni sessantotto. Dinanzi alla scomparsa di un Uomo che, come ha scritto uno dei più grandi intelletti che vanti l'Italia, irraggiò intorno a sé tanta luce di bontà e d'ingegno, io, noi tutti che vediamo ancor viva dinanzi agli occhi la cara immagine paterna del professore che elevava le nostre menti alla contemplazione radiosa del buono e del bello, siamo oppressi da angoscia che non ha nome, ed il pianto c'impedisce dir di lui quello che vorremmo, e degnamente dire, far noto a tutti, anche ai più lontani, (perchè a lui lo impedì in vita la modestia,) quanto Berardo Mezucelli fosse stato buono, quanto fosse stato grande. Verrà giorno in cui, raccolti gli scritti suoi, e dati alla luce, non solo i concittadini, ma quanti in Italia hanno il culto dell'arte e del sapere, conosceranno appieno che tesoro di sapienza e che profondo e squisito sentimento di arte si nascondesse in quell'uomo dagli occhi vivi e penetranti e dal sorriso tra il bonario e l'arguto, animato tratto tratto da sali attici (sic!) che colpivano nel segno ed illuminavano una situazione. Berardo Mezucelli, ingegno lucido e vasto, coltissimo in quasi tutti i rami dello scibile, fu innanzi tutto e sopratutto un letterato, ed ebbe squisitissimo il senso dell'arte. Lontano da tutto ciò che sapesse di arcadia, di accademia, aborrente da ogni convenzionalismo, da ogni rettorica, perchè imbevuto fin nelle più intime latebre della più pura classicità accompagnata da un vivo senso di modernità, fu
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