[Elenco dei Nomi]

(...segue) Mezucelli Berardo
arcidiacono, letterato, Teramo (19-2-1905)

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che gli uomini, cioè, si conoscono dopo lunghissimi anni di convivenza tra loro; se è ancor più vero quello che ugualmente insistentemente ripetesi, che gli uomini anche i più grandi diventano piccoli dopo di averli ben conosciuti e studiati, io confesso per la verità (e chiamo con me a testimoni quanti qui sono parenti ed amici che godettero a lungo della sua compagnia) io confesso che Berardo Mezucelli sfuggì a queste due leggi; ché più ci si conosceva più cresceva nella nostra stima; più si aveva la fortuna di avvicinarlo più tornava viva la brama di rivederlo. Ho detto che tornava; e disgraziatamente devo aggiungere che non tornerà mai più. Sì tutto tornerà sulla terra: torneranno le tiepide giornate primaverili coi suoi fiori di cui tu tanto ti dilettavi, ma non torneremo noi a passeggiar con te lungo i viali dei Cappuccini; torneranno per me le vacanze estive, ma io non potrò più tornare a salutarti ed a restare almeno un giorno con te come mi era stato, per legge di amicizia, prescritto. Tornerà, sì tornerà ancora la festa del tuo Patrono che tu tanto adoravi — e di cui io so che porti con te nella tomba un pensiero inattuatosi, — tornerà la festa del Patrono, ma non più torneranno i parenti e gli amici ad augurartelo, come si soleva, felice; una cosa sola tornerà e, io temo, troppo di frequente: tornerà troppo amara per noi la tua memoria; torneranno cocenti le lagrime a spuntare sui nostri cigli. — Il discorso di don Pietro Panocchia. — Signori! Mentre il cuore sanguina e in lacrime e sospiri può unicamente sfogare il suo affanno, sarebbe un'irrisione la parola, se non immaginassimo uno stato, nel quale l'animo nostro, quasi di se stesso dimentico, possa coraggioso affrontare il dolore, col dolore che lo travaglia liberamente discorrere. Difficile incontro,

(segue...)