[Elenco dei Nomi]

(...segue) Mezucelli Berardo
arcidiacono, letterato, Teramo (19-2-1905)

[Inizio Voce]


di una scienza creduta o voluta nuova dagli scienziati medesimi. In esso, accennando forse ai più formidabili nemici della scienza, parlava l'autore, con un sorriso artistico e tutto suo proprio, parlava degli scienziati ad orecchio. Questa espressione così indovinata e così degna di un uomo che nulla trascurò per seguire il movimento intellettuale moderno, fortemente mi colpì, e vidi in essa, come in un libro, delineata la gran maggioranza della società presente. E ora, addio, mio venerando maestro. E' l'ultima parola questa che io chiedevo all'indulgenza di questa schiera eletta per bontà e per sapere, di questa schiera che, in tanto ha potuto seguirmi finora, in quanto, attraverso il mio dire, ha sentito spesso ripetuto, dolce onde armoniosa, il venerato tuo nome. Addio. — Il discorso del cav. Pannella — Scende virtù dal cielo che a sé ne chiama. Chiama i giovani, chiama i vecchi, chiama i poveri, i ricchi, gli ignoranti, i dottori tutti. Qui, o signori, ricordo questa misura non eguale, quasi non posta, certamente ignota della vita, perchè essa mi dà nuova rassegnazione e forza di dire di un altro eletto cittadino, di un altro collega, di un altro amico che ancora poteva e voleva della sua vita di bontà e di dottrina donare a noi e lasciare ai posteri l'ultima parte delle sue energie intellettuali più matura e più ricca di esperienza. In questo pio luogo, in quest'ora sacra al dolore, la mia parola non è che fioca eco di giovani cuori qui piangenti intorno alla salma del loro maestro accorsi a schiere anche da lontano per rendergli la suprema onoranza. Già gli ultimi fan coro ai primi, e di ogni ceto e di ogni età con la riconoscenza di discepoli nello scorrere degli anni sempre a lui più devoti, uniscono la loro voce alla mia, ché anch'io sono sono studente di Berardo

(segue...)