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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
arcidiacono, letterato, Teramo (19-2-1905) [Inizio Voce]religioso e teologico. E l'effetto della sua cultura varia ed anche dell'animo retto e compito. Ora in queste produzioni e nelle altre non cennate notiamo infine che, di qualunque argomento trattino, rifulge la bellezza della forma che sempre veste il concetto convenientemente ed elegantemente. E questo doppio pregio compie bene la figura di Berardo Mezzucelli scrittore e pensatore. Ecco, o Signori, il professore, lo scrittore che piangiamo perduto. Non più, o giovani, ascolterete la sua parola misurata, efficace, saggia nella scuola; non più udirete la sua voce carezzevole e armoniosa all'orecchio anche più delicato, non attendete più da lui che vi dica il vero anche ridendo. Vi è dato soltanto di riserbare il ricordo imperituro, d'imitarne l'amore sempre in lui acceso d'acquistar virtù e sapere e rendergli il supremo onore. Colleghi della scuola, un vale dal più profondo del cuore a chi benemerito degli studi era il decoro del magistero, a chi tanti esempi dell'arte difficile di educare ed istruire ha dati in vita con la parola eloquente ed ha lasciati in morte coi suoi scritti eccellenti. Colleghi del Capitolo, non mirerete più nel suo stallo il sempre amato e riverito Arcidiacono atteggiato a preghiera e a meditazione sulle rivelate verità eterne del cielo e della terra; egli è salito in cielo nuovo e terra nuova a vedere non più in enimma il sommo vero: a lui un vale che sorretto dall'affetto e avvivato dalla fede suona preghiera verso il Dio dei vivi e delle scienze. Eccellenza, anche dal suo labbro voli a lei un vale che l'accompagni al suo Dio, nella terra dei viventi e l'ultima benedizione alle sue spoglie mortali in nome dell'altissimo diventi la prima del cielo. O amico, o collega, le tue spoglie alla terra, il tuo spirito al cielo. Ecco il nostro vale, il nostro
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