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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
scrittore, Città S. Angelo (12-3-1905) Il giorno 2 marzo è morto in Città S. Angelo, più che ottuagenario, uno scrittore, che pur rimanendo entro la cerchia del paese natio, seppe farsi conoscere nel mondo dei dotti e riuscì a sorpassare il modesto ambito della provincia e della regione abruzzese fino a crearsi ammiratori in Italia e fuori: quest'uomo è Niccola Castagna. Molte pagine occorrerebbero per dire in tutto e degnamente di lui e della sua lunga vita; perchè egli fu una di quelle nature austere quali la nostra gente ogni tanto sa dare nelle sue produzioni fatali; una natura angolosa ed originale se si vuole, ma sincera, di una sincerità quasi rude, di una sincerità primitiva che mal si adatterebbe al modo di pensare e di vivere d'oggidì. Egli infatti concepì la vita in un modo tutto suo, in un senso cecamente rigoroso, come un dovere sacrosanto verso la religione e verso se stesso; e perciò visse solo, dato unicamente allo studio, senz'altro svago che dei suoi libri, sui quali ha passato una vita di ottanta anni, chiedendo ad essi unicamente consolazione e ristoro. Fin dai primi anni della sua giovinezza egli, col fratello Pasquale, frequentò in Napoli la scuola di Basilio Puoti, quella fiorente scuola, restauratrice della lingua in Italia che dette i più bei nomi alle lettere nella parte meridionale della penisola, e cioè Settembrini, Poerio, Spaventa, De Sanctis, Michele Baldacchini, Angelo Maia. Egli in quella scuola si formò, educò il suo gusto, sugli esemplari del bello stile e dell'aurea lingua del trecento, e talmente si trasfuse nei principii letterari d'allora che per tutto il corso della sua vita mai se ne ritrasse e gli parve delitto allontanarsene. Per modo che mentre tanti discepoli del Puoti fra le vicende della vita a poco a poco
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