[Elenco dei Nomi]

(...segue) Fabbri Pasquale
monsignore, Teramo (7-7-1905)

[Inizio Voce]


stesso la sacra ordinazione. L'apprezzamento del lavoro del Fabbri da parte del suo Vescovo era tale che il giovane Cancelliere non poteva mai allontanarsi dalla Curia, dove persino dormiva. E volendo anche dare al suo Cancelliere una prova concreta di tale apprezzamento, gli conferì il Canonicato e la carica di esaminatore prosinodale. Al Vescovo Tacconi successe Mons. Milella, il quale, coinvolto nei moti del 1860, dovette andare in esilio lasciando il Fabbri, che contava appena 30 anni, a reggere la Diocesi come Vicario Generale. Qui ebbe a mostrarsi l'intuito acutissimo e l'abilità diplomatica di quest'uomo; fatto davvero meraviglioso, quando si considera che nel disimpegno dei suoi doveri puramente religiosi e di carità egli aveva rivelato un anima di asceta. Ma ciò si spiega agevolmente, ove si consideri che movente supremo della sua vita era il Bene della Religione, bene che stimolava ed attirava ogni sua attività. In mezzo alle persecuzioni di cui era fatto oggetto il Capitolo Cattedrale e gli altri sacerdoti, egli tentò ogni mezzo per porre i suoi colleghi e la sua Diocesi al riparo dei colpi che la passione politica faceva imperversare sul clero. Andò persino a parlare col principe Umberto a Giulianova, e risultato di tale colloquio, memorabile nella storia del clero teramano, fu il ritorno di Monsignor Milella dall'esilio. Né il Milella dimenticò il beneficiò ricevuto: appena tornato alla sua sede, egli condusse il suo Vicario da Pio IX per elogiarlo alla presenza stessa del papa, il quale seduta stante volle insignirlo della dignità di Protonotario Apostolico ad instar. Morto Mons. Milella nel 1888, e nella vacanza della Sede, il Capitolo elesse il Fabbri Vicario Capitolare, e venuto al governo della Diocesi Mons. Trotta, non esitò a confermarlo Vicario Generale,

(segue...)