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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
Isola del G. Sasso (16-7-1905) [Inizio Voce]Propagatosi il brigantaggio, Donato fu di grande aiuto alle autorità militari, guidando egli stesso i gloriosi avanzi delle guerre d'indipendenza nella distruzione di quelle orde che infestavano le nostre contrade. A lui si univa sempre il fratello maggiore Giuseppe, ardimentoso quanto l'altro, il quale si guadagnò la medaglia d'argento al valor civile. Questa fu la vita politica di Donato Tattoni. Tenace e affezionatissimo nelle amicizie, aveva molti amici in ogni angolo della provincia. Quanti fatticelli mi raccontava! La sua casa, nel tempo della maggiore agiatezza, era sempre aperta agli amici e a quelli che ricorrevano a lui per aiuto. E dava ospitalità a tutti con larghezza veramente signorile. Negli affetti per la famiglia sembrava burbero; ma era un fanciullo. Aveva uno sviscerato amore per i quattro nipotini, specialmente per il maggiore di essi, Vittorino, che secondo lui aveva tutto il sangue suo, e si compiaceva di vederselo sempre vicino. Povero don Donato! I giovani isolani hanno perduto un padre amoroso; io un amico buono ed affezionato. Non rivedrò mai più l'uomo che, durante il mio soggiorno a Isola, mi dilettava con i suoi vecchi racconti di guerra, di brigantaggio, di caccia. Ma lo avrò sempre davanti a me, con quella sua candida barba e con quegli occhietti mobilissimi e penetranti che talvolta riacquistavano l'antica indomita fierezza, e ti scrutavano sino in fondo dell'anima. Pace, amico mio, pace! (G.M.)
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