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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
sacerdote, Mosciano S. Angelo (22-10-1905) All'ultima ora ci perviene da Mosciano S. Angelo la triste notizia della morte dell'Arciprete Vincenzo Moruzzi, sacerdote probo, esemplare, coltissimo, e di sentimenti schiettamente liberali. Dell'estinto parleremo nel prossimo numero. Mandiamo fin d'ora le nostre condoglianze ai congiunti, ed ai nipoti di lui carissimi Francesco e Vincenzo Moruzzi. (25-101905) Mosciano S. Angelo, 21 ottobre 1905. — Ancora una tomba si apre per rapirci uno dei migliori nostri concittadini, per diradare la falange, già troppo assottigliata dei buoni, degli onesti, di quegli uomini, che per bontà di animo e cuore, per carattere e coltura era onore e vanto, di questo paese. Tale Vincenzo Moruzzi, non secondo a nessuno per elevatezza d'ingegno, per profondità di studii, per amore al vero ed al bello, per l'adempimento dell'alta missione di vero e scrupoloso sacerdote di Cristo. La sua morte - sebbene prevista, per la malattia infame che ha voluto ucciderlo - è stata uno schianto nell'animo di tutti, che veneravano il vecchio maestro. Non era nato qui, ma era nostro cittadino di elezione, di affetti, di ricordi, ed egli amava questa sua patria, da lui prescelta, sopra ogni cosa, per essa non curando sacrificii, e, faticoso lavoro, ha diretto per molti anni la istruzione pubblica - portandola all'altezza dei tempi, che egli aveva compreso. Fu egli beneamato maestro di tutta la generazione nuova che dal nipote avv. Francesco va fino al pronipote Stefanino. Da lui apprendemmo, con paterna cura, i primi rudimenti del sapere, da lui imparammo a conoscere le dolcezze dello studio, ad assaporare il profumo delle lettere, ed oggi giovani da lui educati sono nell'agone della vita a dar prova - il miglior guiderdone pel vecchio maestro - del
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