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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
medico, Silvi (30-12-1906) [Inizio Voce]loro come se dovesse incominciare un viaggio e fosse bella la meta. Baciò tutti e volle che il cognato Avv. Luigi Vinditti abbracciasse la sua Rosina, perchè potesse partire senza pensieri: il suo affetto sarebbe stato compensato dall'amore fraterno. E alla mamma: — Rosina è una santa; con lei puoi vivere bene; amala e cerca di conoscerla come l'ho conosciuta io... E intanto nella stanza si pregava e s'ammirava la grande rassegnazione. — Pregate per me, disse; io sono, stato sempre cattolico e tale vo' morire: quando era bambino avevo una devozione speciale per la Madonna delle Grazie.... Rosina, che ti veda ancora una volta, addio a rivederci in una vita migliore! - E spirò lasciando la vedova pazza del dolore. Per lei non vi ha parola che possa lenire lo strazio del cuore. Se fosse in me poterla confortare, le direi che lo spirito dell'Uomo Buono vive ancora con lei e soffre solo del suo dolore... Vivono nell'aria le anime buone, perchè ogni soffio porti profumi a quelli che continuano la loro opera. In tutta la giornata del 22 la salma benedetta fu esposta in una camera trasformata in cappella ardente; molta folla accorse a salutare le care sembianze dell'uomo buono, del medico dotto. Il giorno 23, composte le spoglie in un'artistica e doppia cassa, fu portata a spalla nella chiesa della famiglia Pretaroli: una cittadinanza intera, commossa, benedicente l'accompagnò. Celebrate ivi le funebri onoranze, la salma su un carro di 1. classe partì per Mosciano. Dei fiori, ricordo le due corone della vedova (una stupenda in fiori freschi), la corona del municipio di Silvi e altre ancora, una dozzina, di cui mi falla i nomi dei donatori.
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