|
L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
pubblicista, Fiesole (3-11-1907) [Inizio Voce]grossi e giornali piccoli, le sue primissime rime s'alzavano di mille cubiti, rivelando in lui uno schietto temperamento d'artista. Da Teramo passò a Firenze, dove al Liceo Dante si licenziò con onore, ed andò quindi a frequentare in Aquila il corso di farmacia e chimica. Arrivò in questa città quando le sue energie intellettuali incominciavano a manifestarsi ed ad imporsi in una profluvie di articoli, di poesie, di attività che fecero animare intorno a lui amici devoti ed ammiratori sinceri in una concorde onda di simpatia e di amore. Il giornalismo, campo fecondo di idee e di battaglie lo attraeva irresistibilmente: le nuove idealità umane di affrancamento da ogni schiavitù economica, dopo abolita la schiavitù politica, lo ebbero apostolo ferventissimo. Diresse in Aquila l'«Indipendente» dei repubblicani di quella città e fu corrispondente e redattore di giornali quotidiani che, come il «Capitan Fracassa» amavano la collaborazione dei giovani valorosi ed a questi aprivano volentieri le loro colonne. Sul «Giornale d'Italia», sulla «Bohême» sul «Corriere Letterario» sul «C. Fracassa» sulla «Rivista Abruzzese» dovunque egli veniva disseminando con una prodigalità regale le sue strofe e le sue idee, articoli letterarii ed articoli politici, con una attività così febbrile e frettolosa, da sembrar quasi che, conscio della sua prossima sera, volesse fino a quando gli fosse dato respirare e vivere, spremere dal suo cuore, dal suo cervello tutta la ricchezza meravigliosa del suo sentimento e del suo pensiero! Era il torrentello impetuoso, ricco di chiare, pure e fresche acque, zampillato veemente da la pura e bianca roccia della nostra montagna, e che ricantando tra le gole cupe e ne le valli solatie il suo ritornello di giovanili sogni e di vive speranze, si veniva mano a mano
|