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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
pubblicista, Fiesole (3-11-1907) [Inizio Voce]vi dico / piangendo forse l'ultimo / saluto: siate buoni, / l'anima vostra impavida / molto ami e perdoni, / ma sovra tutto: amatevi! / Mareggeranno i mari / quel dì co' bei papaveri, / e ne le vostre mani, / sotto la luce vivida, / saranno ampi vessilli / i vostri cenci luridi, / e su i balzi tranquilli / sventoleranno i labari; / ...in lunga ala serrati / voi marcerete a l'ardua / lotta suprema - o nati / sotto i tuguri squallidi - … - La fronte, ecco, l'amore / vi bacerà – precipita / il tempo - ecco s'indora / l'alba novella; amatevi! — Le schiere cenciose dei poveri bimbi che non sanno le giocondità e le carezze, che dalla culla sono dannati ad una vita di miseria e di fame e di battaglie gli suscitano nel pensiero l'avvenire: l'aurora de' giorni nuovi che essi vedranno, il sole che tacerà la fronte a l'umanità redenta... Così pure Ada Negri davanti il quadro di Teofilo Patini «L'erede» ha la stessa evocazione: Da un rosso bacio / Dentro una stalla / Venuto al mondo, / Di che t'aspetta, / Filio di plebe, / Pargolo biondo ? .... Te, forse milite / D'aspri e bollenti / Conflitti umani: / Forse una vittima / Forse un ribelle / De l'indomani. — E, mai, il suo ideale politico degenera e traligna: egli l'à tratto, come tutti i grandi pensieri, dal cuore e la sua religione prima è la religione dell'amore. Amatevi! Non odi settari, non ire bieche ottenebrano la lucidezza della sua coscienza: anche la guardia, che, nell'ombra cela, per lui, forse, tutto il suo livore e le sue manette di poliziotto non gli solleva impeti di sdegno o di ribellione: egli pensa a lui, piangendo, come ad un fratello perduto: — Tu m'odii, forse ! Iote — ne l'ombra muto - / Tornando a casa l'altra notte ho pianto / Come pensando ad un fratel perduto.... — Così è la poesia del De Colli: una poesia
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