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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
deputato, avvocato (1-1-1908) Era una fibra fortissima, ed è scomparsa, fra lo stupore generale, dopo breve malattia. Coloro però che lo conoscevano intimamente, non ritrovavano più in lui la consueta giovialità; in pochi anni, dopo una rapida e fortunosa ascensione nel Foro, nei Consigli amministrativi e nel Parlamento, quest'uomo che ebbe rivali, ed anche invidiosi, ma non nemici personali, fu provato da dolori e sventure continue. Perdette il seggio alla Camera e nei Consigli Comunale e Provinciale, e fu orbato dei figliuoli maschi, il primo dei quali, alla vigilia di laurearsi, era una bella promessa! Era nato a Gessopalena 59 anni addietro da rispettabile famiglia, e si era stabilito in Lanciano dal 1877, succedendo nello studio al suo compaesano Filoteo Pellicciotti, del quale ereditò il valore di Avvocato penale principe. E quivi, ed in altre Corti di Assise d'Italia, raccolse trionfi in cause celebri, ed anche in Teramo la sua calda parola fu spesso applaudita. La sua fu una eloquenza fiorita, che ora sembrerebbe quasi disusata, ma che trent'anni addietro era molto in onore. Però, il Tozzi, era studiosissimo dei progressi del giure penale. In Parlamento sedette otto anni soltanto, e fu sostituito dall'on. Masciantonio. Stava col partito liberale. In gioventù provossi anche nel giornalismo, e quando in Lanciano cogli albori della Sinistra scrivevamo nella Sferza, il suo pseudonimo era Gilliat di victorughiana memoria. Scrisse anche dei versi. E fu un amico, non della ventura. Il che forma il più bell'elogio, in tempi in cui si orpella l'ingratitudine colla frase «indipendenza del cuore». (A. Cianciosi)
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