[Elenco dei Nomi]

(...segue) Verrotti Emidio
magistrato, insegnante, Penne (20-2-1908)

[Inizio Voce]


battaglie. Tu non lo dicevi, e nè dovremmo dirlo noi; ma è questa la più pura e dolce vittoria della tua vita. E rimarrà tale, perchè noi la rendiamo quasi più bella in una continuità di atti, che faranno benedire il nome tuo di padre. Questa promessa è immancabile, solenne: la ripetiamo oggi attorno alla tua bara... Vorremmo, intanto, dirti ciascuno una parola oggi, che siamo qui raccolti per darti l'estremo vale... Io sono — mi hai già riconosciuto — il primo de' tuoi figliuoli, che nacque dal tuo primo amore e dell'amore della mia mamma alla quale non rincrebbe il morire in giovane età, non è rincresciuto l'aspettarti, perchè un'altra donna entrò, benedetta, nella nostra casa e mi fu nuova tenera madre. Io sono... Ignazio... Ahi, non posso dire di più... Nessuno di noi potrà parlare ancora. Ma tu senti le nostro flebili voci e le voci di pianto di Nina ed Elisa e la prece della nostra vergine sorella..., che tu benedicesti lontana, perchè troppo ti doleva a vederla partire dalla casa per sempre, innamorata del suo pio ideale cristiano, pronta a sorreggere piccole ed orfane vite, a mitigare infermità negli ospedali, a piegare, sorridendo, la fronte innanzi ad ogni dolore umano; anche innanzi al nostro... E che dire altro, o miei fratelli?» Ed è vero: ché tutto Emidio Verrotti seppe e, spirito aleggiante intorno a noi, sa. E sa bene altro, come ben altro vide nel tramontare silenzioso de' suoi giorni mentre dall'animo saliva l'onda delle memorie. Era un popolo di fantasmi, un fluttuar d'immagini; quali sorridenti d'innocenza o rifatte belle dalla pena sofferta, quali lagrimose, quali tuttora proterve. Passavano innanzi a lui, come per dirgli una parola di gratitudine; per risvegliargli nel cuore un ricordo senza fine amaro; per ripetergli che invano Temi minaccia con

(segue...)