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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
avvocato, politico, letterato, Grottammare (6-8-1908) [Inizio Voce]e specialmente da uomini preclari, come il Pascoli, il Rosati, l'Hartman, fu nelle traduzioni in endecasillabo sciolto dal latino. La traduzione «De Telegrapho Acrocodilo» dei Salmi del Carmen «Pater ad filium» dello stesso Hartman rimangono a darcene prova luminosa. Fu di spirito sagace, di mente lucida, portamento dignitoso e modesto in un tempo. Intorno a lui spirava come l'aura dell'oasi l'affetto e l'ammirazione dell'immenso numero di amici e conoscenti che facevano a gara per avvicinarlo, dappoiché nel conversare si rilevava ricco di vario sapere, e se qualche volta riusciva sarcastico nei suoi motti di spirito dappertutto risaputi, il faceva con tale signorilità e correttezza, che lungi dal destare rancori, piaceva. E che dire del suo carattere? Fu di quelle tempre adamantine che sposano alla severità dei costumi la fermezza dell'animo si da non derogare neppure per un solo istante, dalla pratica di quelle norme di virtù, che rendono invulnerabili di fronte a seduzioni alle quali non sempre è possibile resistere. Di modoché egli alla nobiltà dei natali, alla varia e profonda cultura, aggiunse il non lieve pregio di aver vissuto una vita costantemente virtuosa, tanto più apprezzabile in quanto seppe circondarla di modestia non comune. Non meno grande infine lo ammirammo noi, suoi congiunti, nelle pareti domestiche. Figlio affettuosissimo lenì i dolori della buona madre sua sig.ra Rosa Marzi, quando rimasta vedova del marito Croce Crucioli, cercò colle sue premure di raddoppiarsi e riempire il vuoto da esso lasciato. Non avendo una famiglia propria, più tardi la cercò in quella dei parenti e pur essendo senza figli fu padre amoroso. Tenne a fianco suo nei primi anni di lor giovinezza i nipoti, figli del suo diletto fratello avv. Francesco e li iniziò e perfezionò negli
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