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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
politico, S. Omero (17-6-1909) [Inizio Voce]e cadde sulla breccia, come un valoroso; poiché dirigere ed amministrare la pubblica cosa, non è compito più facile e meno glorioso, che guidare un esercito alla vittoria. Da oltre un trentennio, volse lo sguardo all'operaio, ideò e fondò nel 1880 la Società Operaia di M. S. che oggi vanta di essere una delle prime della Provincia. Nell'amministrazione di essa, Egli portò tutto il suo ardore giovanile, la sollevò al grado di Ente giuridico e fondò nel suo seno anche una cassa di prestiti a garanzia mutua tra i soci. Rivestì anche la carica di consigliere provinciale, e la sua voce autorevole per capacità ed esperienza, fu ascoltata con considerazione e deferenza in quel consesso. Ed ora rapito da improvviso malore, i parenti ne piangono la perdita, e i concittadini gli erigono un monumento perenne nel loro cuore, memore e riconoscente. Pertransiit benefaciendo et sanando omnes Consumatus in brevi, explevit tempora multa, In memoria aeterna crit iustus. — Vincenzo avv. Franci — Le spoglie mortali del compianto uomo, rinchiuse in una doppia cassa di noce e di zinco, furono la sera del 19 portate, accompagnate dal popolo muto e piangente, in una cappella dei Sigg. Spinozzi. Intanto a cura del municipio e della Società operaia venivano affissi manifesti, listati a lutto e delle liste con la scritta «Lutto Cittadino!» Già fin dalla mattina del 19 per tempo la notizia si sparse per i paesi circonvicini; telegrammi pervennero dal Prefetto, da uomini politici, da capi di amministrazioni, da giunte comunali. L'Ill.mo Sig. Prefetto si fece rappresentare ai funerali. Questi riuscirono oltremodo imponenti e degni della persona del Cav. Pelliccioni. Una fiumana di popolo, venuto anche dai vicini paesi, era in attesa per dare l'ultimo attestato di benevolenza a Colui che spese la sua vita pel bene del prossimo. [appr.]
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