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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
poeta (17-4-1910) [Inizio Voce]fu dovuto trasportare all'ospedale di S. Antonio. Nessun rimedio valse ad allontanare il triste fato che incombeva su lui. Il giorno dopo, il forte poeta non era pių di questo mondo. Cosė č sparito un uomo probo e virtuoso, uno scrittore elegante e sincero, un poeta forte e gentile. Le sciagure non valsero a fiaccare la sua forte fibra di lottatore. L'anima grande della stirpe sicula riviveva in lui con tutte le sue energie. S'addensarono tempeste di guai attorno a lui: novello Anteo, egli risorse quando chiunque altro sarebbe rimasto fiaccato o vinto ed avrebbe chiesto l'annientamento ad una palla di revolver. Oh i poeti dell'ora, vagolanti, piccole anime blandule, dietro le cince che fan cip cip, e le passere che fan piopiopė, come siete fortunati voi! E come siete fortunati voi altri poeti della scuola futura (!) spregiatori d'ogni retaggio nobile dei nostri maggiori, ed ammiratori e cantori e landatori dello schiaffo, del calcio, del salto mortale e.... di F.T. Marinetti! La morte livida quando vide che nessuna sventura poteva abbattere Nicola Marchese, lo attese al varco e traditora come gli assassini, lo colpė all'improvviso, in mezzo ad una festa dell'intelligenza, quando gli animi assurgevano alle idealitā alte donde spariscono le miserie del mondo e raggia divino l'idea. Oggi la salma di Nicola Marchese č stata trasportata a Campo Verano. Roma ha illuminato col suo sole radioso il feretro del cantore di sue bellezze. E la triste commedia della vita continua ancora come prima. (Wotanson) Roma 11 aprile 1910.
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