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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
(21-8-1910) [Inizio Voce]il tesoro del suo animo di figlio, suggella nella serenità austera della coscienza, con il sacrificio della vita, la idealità alta dello spirito! A Lui — visione radiosa nell'azzurro intenso dei sogni della giovinezza — tutto il nostro ricordo, tutto il nostro rimpianto. — Ignari di tanta sventura, ai primi telegrammi pietosamente reticenti, accorsero da Lanciano l'amatissimo padre Francesco e lo zio materno Alessandro Magno, capitano di Artiglieria: da Roma lo zio Comm. Tommaso De Angelis, Direttore del Banco di Napoli, sede di Roma. Il giovane studente, all'alba, nella sua abitazione, si era sparato al cuore. I suoi cari lo trovarono in una sala del Valentino, tra' fiori posti dai compagni che lo vegliavano. Scena straziante del più vivo dolore! Solenni, commoventissimi i funerali in Torino. La salma del caro giovane fu accompagnata alla stazione ferroviaria dai compagni e dalle compagne del Politecnico, insieme al Senatore Prof. Enrico d'Ovidio Rettore della Università. Questo illustre vegliardo à capo scoverto, nella calda giornata estiva, seguì il feretro con il padre e gli zii dell'Estinto. [appr.]
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