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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
notaio, politico, Cappelle (16-10-1910) Il Notaro Ignazio De Amicis, colto da subitaneo malore, morì il 4 corrente in Cappelle, rimpianto da amici ed avversarii. Dico avversari perchè egli non aveva nemici, nè poteva averne, pel suo carattere buono, mite e gentile con tutti. Ignazio De Amicis si addottorò in Leggi, giovanissimo, ed incominciò ad esercitare da Patrocinatore, come dicevasi coll'antico Organico, presso il Tribunale della Provincia di Teramo. Poco dopo si ritirò nella nativa Cappelle, ove succedette a suo padre Giuseppe Nicola, in qualità di Notaio. Tenne questo nobile ufficio per oltre nove lustri, per taluni anni anche nel Comune di Castellamare Adriatico colla massima dignità, e con scrupolosa onestà, si da meritargli il voto dei colleghi, che lo vollero ripetutamente nel Consiglio Notarile. E nella sua classe negli ultimi tempi egli era il Decano amato e rispettato, e si può dire desiderato, giacché la sua compagnia era amabile, ed improntata ad una squisita signorilità. Il De Amicis era versato negli studi classici, e ne serbava le vestigia nei suoi atti, ed era molto esperto nelle materie amministrative. Fu sindaco del Comune riunito di Montesilvano-Cappelle per parecchi anni, ed occupò altre pubbliche cariche gratuite con zelo ed onore. E dove mostrò una fenomenale attività fu nell'agitazione che intraprese, ed ebbe la fortuna di menare a compimento, per l'autonomia comunale di Cappelle. Non si contano le lettere polemiche, gli opuscoli, gli articoli di D. Ignazio, e i suoi frequenti viaggi per quella sua idea patriottica (o campanilistica) divenuta una fissazione. Ed era naturale, che ricostituito il Comune di Cappelle, egli ne fosse nominato sindaco. - Ma, nemo Propheta in patria sua - e il povero De Amicis cadde dal potere per opera
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