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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
politico, economista, Cittā S. Angelo (6-11-1910) [Inizio Voce]che le Banche Abruzzesi, affidati ad uomini dello stampo dello Innamorati, non avevano nulla da invidiare alle altre e sarebbero state sempre fiorenti. Ma di quante opere buone egli non fu la vita! Promesse con altri amici il Sindacato antifilosserico, intensificandone l'opera benefica, alla quale egli fece aprire un vistoso credito dalle banche abruzzesi, spinto dal sentimento del miglioramento della patria agricoltura; nč minore attivitā spiegō nell'opera della Societā per la esportazione delle uve all'estero, che volle promuovere e con grande disinteresse sostenere per vincere la concorrenza dei capitalisti tedeschi, che per qualche tempo, ebbero il monopolio di tutta la produzione viticola di quella regione. Fece anche parte assiduamente della Commissione Provinciale di beneficenza e la sua parola, sempre alta e serena, era ascoltata con grande rispetto e venerazione Ma dove la sua luce risplendeva come faro luminoso era nella famiglia, fra gli amici, fra i suoi concittadini. Quanti ricorrevano a lui nei momenti tristi e scambrosi della vita e trovavano in lui l'angelo consolatore, il consigliere sincero e sereno che non errava mai. Al disopra dei partiti pure accettando da essi tutto che di vitale e di utile conferissero al miglioramento del suo paese, egli fu su tutto e anzitutto uomo di libertā. Anelava la pace dei suoi concittadini come mezzo indispensabile al miglioramento della sua cittā ed alla concordia delle anime egli intonava sempre i suoi discorsi anche in questi ultimi giorni in cui, quel male che lo ha tratto innanzi tempo al sepolcro, incalzava e gli rodeva l'anima. Talora sorrideva di rammarico con quel sorriso tutto suo, pieno di dolci rimproveri, quasi avesse l'aria di ripetere col divino maestro: perdoniamo loro perchč non sanno quello che si fanno.
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