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L'Ultima Dimoraa cura di Federico Adamoli |
commerciante, S. Egidio alla Vibrata (24-11-1910) [Inizio Voce]il rev. don Luigi De Simplicis. Eccovi il testo dell'elogio tessuto dal signor Oreste di Matteo. «Cherubino Teodori non è più. La sua forte tempra s'è franta contro il male e la morte lo ha preso quasi di traverso forse timorosa della apparenza robusta dell'uomo. Ora, Egli, placidamente, riposa nel sonno che non ha mai fine, verso cui anche noi trascina ineluttabile il fatal corso della vita e nel quale le nostre membra non più agitate o depresse per mali, per lotte troveranno la quiete. L'uomo che ieri tornò alla madre terra visse una serena, semplice vita di lavoro. Sembra quasi che dalla nascita egli portasse il marchio della fatiga che non doveva morire che con lui. Il brivido mortale l'assalse dopo un dì di lavoro intenso e la morte quasi subito lo reclamò. L'uomo in gioventù, aveva portato sulle spalle il pesante fardello dei tessuti, poi ascese lentamente sino alla fortuna e divenne uno dei primi esportatori di Italia. I rovesci lo deposero dal trono eretto con la propria fatiga, con lento lavorio materiato di stenti, di volontà ferrea, ma il suo nome corse ancora vittorioso per il mondo segnacolo di attività. Né la mala, nè la buona sorte gli fecero perdere la serena semplicità dell'anima, o lo distolsero dal lavoro, che anzi noi lo vedemmo ritornare ai più duri. S. Egidio ha motivo di riconoscenza per Cherubino Teodori. Era il paese un borgo, come tanti, senza commercio. Per uomini come lui incominciò la lenta ascesa verso quella feconda attività che ne formano, oggi, la ricchezza. Egli fu uno dei pionieri, alla cui bottega fluì gente d' ogni dove e per la quale ebbe rinomanza S. Egidio. Cherubino Teodori mandò il nome nostro per il mondo, in Inghilterra, in Francia, in Germania. Per la sua attività i prodotti del nostro suolo varcarono i confini d'Italia, e fiorirono
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