[Elenco dei Nomi]

(...segue) Sorge-Delfico Vinca
Nereto (4-6-1911)

[Inizio Voce]


ed ultimo saluto in nome di quella santa amicizia che mi aveva sempre attratta col fascino delle sue doti innumerevoli e con la bontà innata del suo cuore. Sposa felice in giovanissima età al ricco e distinto sig. Sorge, fu moglie idolatrata, madre di una corona di bellissimi figli, non visse che per essi e in essi era riconcentrato tutto il suo amore, tutta la sua vita. La famiglia il suo culto, e la buona riuscita dei figli il suo sogno, la sua più grande aspirazione! Oh come godeva di santo orgoglio alla splendida riuscita di essi, come palpitò di santa gioia il giorno che vide all'altare la sua Fiorina fiorente di giovinezza e di beltà andar sposa ad un eletto e distinto giovane, l'avv. Massignani. Felice della felicità dei suoi cari, null'altro desiderava, null'altro aspirava che compiere la sua sacra missione di madre amorosa, esemplare. Dio che gemito è mai la vita.., che sogno triste è il risveglio alla realtà!... Penso allo strazio della diletta famiglia, penso al distacco angoscioso della madre e un singhiozzo è la mia parola.., sono sette cuori infranti, un sogno distrutto, un caro sogno d'amore benedetto è finito per sempre, son sorelle desolatissime che piangono la vita troncata innanzi tempo della loro diletta Vinca. Tu non sei, no, finita, o perenne Amica, lasci un tesoro di affetti, un santuario di ricordi e i fiori che i tuoi figli e il tuo Simone andranno a deporre sulla tua fossa, dissiperanno la nube d'eterna tetraggine e di freddo aleggiante sui marmi, sui tumuli e lungo i viali silenti. Quelle lagrime, quelle preci, quei fiori culleranno il tuo riposo come in un sonno lungo dolcissimo. Se la morte, oh quanto spietata e ingiusta alcune volte, sa tutto distruggere, v'ha però un raggio che mai si estingue, un fiore che non avvizzisce giammai: questo raggio, questo fiore. — È la virtù che dischiudendo il Cielo / D'una gloria immortal l'alma incorona. (Carmen)